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Profumo 7.5
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Gusto 8.0
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Emozione 8.5
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Bevibilità 7.3
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Colore 7.2
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Le Classificazioni Degli Utenti (0 Voti)
0
Aspetti Positivi:
Colore: rubino intenso con riflessi granato; Profumo: lampone giallo, terroso, ferroso, marinella matura, eucalipto; Gusto: ampia testa e corpo di struttura, grande spalla acida giovanile ma in fase di equilibratura con la sapidità, potente, ferroso, armonia dei tannini, coda media molto lungha, sinuosa, con note di noce moscata, pepe nero, salvia, timo e finale di nocciola tostata; EMOZIONE: POTENTE COMPLESSO UNICO
Aspetti Negativi:
leggermente giovane
Cantina:
Az. Agr. il Marroneto di Mori Alessandro
Nome:
Brunello di Montalcino Docg - Madonna delle Grazie
Annata:
2015
Gradazione:
14°
Provenienza:
Località Madonna delle Grazie, 307-53024 Montalcino (SI) – Italia- Telefono +39 0577 849382-Fax +39 0577 846075-Cellulare +39 393 9621739-info@ilmarroneto.it-
Prezzo medio:
circa 150 euro
La storia della famiglia Perini inizia indietro nel tempo, nei primi del novecento, i bisnonni acquistarono i vigneti dalla Chiesa, allora proprietaria di numerose terreni. La maggior parte degli agricoltori che utilizzavano tecniche spartane sia in vigna che in cantina, capirono le potenzialità di queste uve, di cui la Santa Maria è sicuramente la protagonista; uva dolce non stucchevole, coltivata in un terreno sabbioso derivante dalla presenza del mare ritiratosi milioni di anni fa, e dalla presenza di calcare, con inclusioni di fossili marini.
Il padre Enzo tramandò gli insegnamenti ai figli, tra cui l’antica tecnica dedicata all’appassimento delle uve; trascorsero gli anni e grazie all’aiuto del fratello Luigi, oggi scomparso, l’azienda si ampliò, fu una delle fondatrice della DOC di Vigoleno e sostenitrice del mantenimento di un disciplinare restrittivo di sole uve locali.
Tre ettari e mezzo a vigneto di proprietà, dislocati in più parcelle nel comune di Vigoleno e Bacedasco, di cui 1.5 ettari atti alla produzione del dolce nettare, in particolare di uva Santa Maria che compone circa il 60% del vin santo dell’azienda, di cui una vigna di 70 anni funge da madre per la selezione massale (si scelgono i soggetti con le caratteristiche migliori all’interno di un vigneto, si controllano prima della vendemmia le viti e gli eventuali attacchi di parassiti o virosi e si prelevano nel periodo della potatura invernale le marze – parte della vite che porterà foglie e frutti- adatte per l’innesto sulla talea americana) dell’azienda ed anche per altri produttori, in quanto non esiste un vivaista che produce le barbatelle di questi rari vitigni; questo è anche uno dei motivi che ha portato progressivamente all’abbandono della produzione del Vin Santo di Vigoleno
EMOZIONE: DENSO E SPEZIATO
Degustazione: presso l’azienda 05/08/2019 con la proprietaria
La storia de Il Marroneto comincia nel 1974, in due piccole stanze di un edificio storico del 1246. Un antico essiccatoio per marroni (castagne), dove la famiglia Mori inizia, un po’ per gioco e un po’ per passione, a produrre il suo Brunello. Poche bottiglie, il cui scopo era tradurre in profumi e sapori quella cultura di “fare vino”, che ancora non era appannaggio di bussines, ma soltanto espressione di una terra, di una tradizione e di una natura magnificamente generosa.
Ecco che il “giocare col vino” diventa più che un gioco: una passione profonda, un filo conduttore che guida le scelte di Alessandro. Lui decide, negli anni ’90, di ampliare la cantina de Il Marroneto, realizzando quell’idea che rifugge da logiche dettate dall’estetica tout-court ma che si lega saldamente a quei principi, in realtà molto semplici ed immediati, che la “buona pratica” di fare vino impone.
Un ambiente ampio e austero, inserito in un declivio sassoso, custodisce al suo interno botti grandi di rovere di Allier e di Slavonia, dove i Brunelli de Il Marroneto stagionano pazientemente ed un piccolo cuore, nascosto nel profondo, in cui le bottiglie storiche attendono pazientemente il trascorrere del tempo.
Le vigne de Il Marroneto si estendono sul declivio nord della collina, a circa 350m di altezza, nelle immediate vicinanze della cinta muraria di Montalcino.
I primi 3000 metri di vigna furono piantati nel 1975, poi, nel 1979 altrettanti ed infine nel 1984 gli ultimi 9.000.
Grande attenzione è stata posta all’impianto, finalizzando ogni lavoro all’ottenimento della massima qualità dell’uva. Per questo motivo le vigne de Il Marroneto sono disposte in modo che ciascuna pianta abbia a disposizione 3,6 metri quadrati, permettendo alla vite di Sangiovese, che si alimenta in superficie, di avere lo spazio per un buon radicamento.
La conduzione della vigna, poi, si basa su una filosofia tradizionale e minimalista che mutua pratiche e sistemi usati nel rispetto delle piante, trattando le viti il minimo indispensabile ed evitando produzioni intensive. Da qui la pratica dell’inerbimento naturale, che consente di controllare la vigoria delle viti, con tempi di impollinazione più lunghi, e delle potature nel mese di marzo, per lasciare alle piante il tempo necessario per riposare.
Momento fondamentale è la vendemmia: il grappolo viene raccolto solo quando il raspo comincia a virare sui colori bruciati, indice che i vinaccioli hanno raggiunto la giusta maturazione.
E’ il sorso che da ragazzo mi ha fatto innamorare del Brunello di Montalcino!
7000 bottiglie l’anno
EMOZIONE: POTENTE COMPLESSO UNICO
Degustazione: Sangiovese Purosangue 2019- 03/11/2019 -Siena-