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Profumo 7.2
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Gusto 7.7
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Emozione 8.0
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Bevibilità 7.4
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Colore 8.0
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Le Classificazioni Degli Utenti (2 Voti)
8.1
Aspetti Positivi:
Colore: rosso rubino intenso di buona limpidezza e consistenza, con riflessi luminosi. Profumo: marasca matura, mora matura, cannella, noce moscata Gusto: testa media, per passare ad un corpo strutturato, ampio ed avvolgente, dopo 11 anni sentiamo ancora i tannini, ma donano complessita ed intrigo, la spalla acida e presente ma armonizzata con la sapidità calcarea quasi iodata, con una coda media che poi si assottiglia in un gioco sinuoso di ribes rosso maturo, susina stanley matura, pepe nero, noce moscata, eucalipto e per finire con la mandorla quasi completamente tostata. EMOZIONE: UN CAVALLO DI RAZZA POCO CONOSCIUTO
Aspetti Negativi:
NON E' PIU' PRODOTTO...
Cantina:
Terre di balbia
Nome:
Rosso IGT Calabria
Annata:
2009
Gradazione:
14°
Provenienza:
Via Alcide de Gasperi, 128 - San Marco Argentano (CS) - Italy Sede legale e uffici : Via Aldo Moro, 27 - Cosenza - Italy -Telefono +39 0984 35359 E-mail: info@terredibalbia.it
Prezzo medio:
15,00 -20,00 euro
Il passato
Il sogno delle Terre di Balbia nasce da una sfida lanciata al mercato nel 2001 da due imprenditori: Gianni Venica e Silvio Caputo.
Gianni Venica, friulano Doc, titolare dell’azienda vitivinicola Venica&Venica, col vino nel sangue da due generazioni, e Silvio Caputo, calabrese purosangue, importatore di vini nell’assolata California, con i sapori del Sud nell’animo e il sogno americano durato diciassette anni stretto in pugno, si sono dati la mano alla fine degli anni Novanta scommettendo sulla Calabria.
La prima vendemmia del 2001 vide nascere il Balbium e il Serramonte che immediatamente ebbero risultati al di sopra di ogni aspettativa tanto da guadagnarsi illustri recensioni da parte di esperti critici del settore.
Il presente
Nel 2014 è l’ingegnere cosentino Giuseppe Chiappetta, insieme al fratello Nicola ed ai figli Marco e Luca, a rilevare l’azienda e a ricalibrarne lo sviluppo. Da sempre appassionato di vini, l’ingegnere bruzio decide di raccogliere la sfida, investendo la sua passione per produrre un vino di qualità e puntando principalmente sui vitigni autoctoni Calabresi, per esaltarne tutte le loro potenzialità.
Risulta determinante l’incontro con Gianfranco Fino, vignaiolo appassionato salentino, che accetta la nuova sfida condividendo il progetto e che quindi guida l’ammodernamento dei vigneti, suggerisce le tecniche colturali, segue la realizzazione della cantina, detta e controlla i processi e le tecniche di vinificazione.
Sotto la cornice del cielo della migliore Calabria, si stendono i campi verdi delle “Terre di Balbia”, in cui maturano su circa otto ettari di terreno le preziose uve (magliocco, gaglioppo e merlot) e crescono gli ulivi, distesi in circa due ettari, arieggiati dalle brezze di mare che soffiano dalla piana di Sibari e dai venti di montagna che trasportano i profumi freschi della catena del Pollino. L’ammodernamento dei vigneti esistenti e la realizzazione dei nuovi impianti, mirano ad ottenere la migliore qualità dell’uva coltivata con il metodo biologico. La forma d’allevamento a cordone speronato esistente è stata trasformata a Guyot, mentre per i nuovi impianti è stata scelta l’antica forma tradizionale Calabrese: l’alberello, con alta densità d’impianto (circa 10.000 piante ad ettaro) ormai purtroppo in disuso ma che assicura una qualità ancora maggiore.
La produzione biologica dell’uva è garantita da pratiche colturali esclusivamente preventive. Tutte le lavorazioni in vigna vengono fatte a mano e con l’aiuto di due piccoli trattorini cingolati, larghi appena m. 1.10, che limitano al minimo il costipamento del terreno. I vini sono prodotti esclusivamente con uve coltivate nell’azienda.
In cantina la scelta delle relative attrezzature e tutte le naturali lavorazioni praticate, sono finalizzate a ottenere un vino “artigianale e di qualità”, in cui siano misurabili la presenza e le energie mentali e manuali dell’uomo.
Altre collaborazioni importanti:
“Preparatori d’uva” di Marco Simonit & Sirch, scuola Friulana famosa in tutto il mondo per le tecniche di potatura che assicurano la longevità dei vigneti, cura la potatura e la formazione in campo dei dipendenti dell’azienda addetti alla potatura invernale e primaverile
Worldwide vineyards, società di fama mondiale, con sede in Francia, specializzata per le tecniche di innesto e sovrainnesto, ha convertito la parte del vigneto esistente non autoctono nella varietà Magliocco, il più importante vitigno Calabrese nel Cosentino.
– Ogni singolo particolare potrebbe essere ininfluente, ma la loro sommatoria fa la differenza –
– Viticoltori in Altomonte –
Magliocco dolce: – Sinonimi: Arvino, Lacrima nera
È un vitigno a maturazione tardiva (nella prima-seconda decade di ottobre) in via di abbandono ma oggi in fase di rivalutazione. Vanta origini antiche, il primo riferimento storico risale alla fine del 1500. Alla fine del 1800 si deve la massima concentrazione della sua coltivazione nelle province di Cosenza e Catanzaro, dove era più importante del Gaglioppo. Attualmente si trova frammisto ad altre varietà locali nei vecchi vigneti delle province di Crotone e Catanzaro, mentre nel Cosentino è anche coltivato in purezza.
Come si presenta in vigna. Il grappolo a maturità ha dimensioni medie o medio-piccole, è piuttosto lungo, di forma conica, in genere compatto e peduncolo tra il corto e il molto corto, di colore verde. L’acino è medio ed ellissoidale corto. La buccia è molto spessa, ben pruinosa, di colore blu-nero. La polpa ha scarsa consistenza ed ha sapore gradevole quando è ben matura.
Attitudini per la viticoltura. Il Magliocco dolce si adatta a forme di allevamento poco espanse come l’alberello. Si adatta bene ai climi siccitosi e caldi, è un vitigno rustico che non presenta particolari sensibilità alle avversità.
EMOZIONE: UN CAVALLO DI RAZZA POCO CONOSCIUTO
Degustazione: Ristorante AL Vedel – Parma- il 01-11-2020