-
Profumo 6.3
-
Gusto 7.0
-
Emozione 7.0
-
Bevibilità 6.3
-
Colore 7.8
-
Le Classificazioni Degli Utenti (0 Voti)
0
Aspetti Positivi:
Colore: oro giallo luminoso come una giornata soleggiata di Agosto; Profumo: lieve, mineralità iodata, timo, ginestra, salvia, papaya, ribes giallo; Gusto: media apertura, con corpo che aumenta progressivamente ma velocemente, spicca la freschezza assieme alla mineralità iodata marina, struttura densa tendente all'oleoso, coda sottile lunga con note di salvia, mandorla quasi matura, pepe bianco, ricorda quesi sapori liguri dei tempi passati ; EMOZIONE: INTRIGANTE NEL SUO ESSERE PRIMITIVO
Aspetti Negativi:
un vino particolare da tutti
Cantina:
BISSON LA CANTINA DEGLI ABISSI
Nome:
Cimixà L'Antico 2017 DOC Portofino
Annata:
2017
Gradazione:
13°
Provenienza:
Contrada Pestella 42 - 16039 Sestri Levante (GE) -ITALY Tel +39 0185 450884 -fax: +39 0185 472573 bisson@bissonvini.it - bissonvini78@gmail.com
Prezzo medio:
dai 15,00 ai 19,00 euro
La storia della famiglia Perini inizia indietro nel tempo, nei primi del novecento, i bisnonni acquistarono i vigneti dalla Chiesa, allora proprietaria di numerose terreni. La maggior parte degli agricoltori che utilizzavano tecniche spartane sia in vigna che in cantina, capirono le potenzialità di queste uve, di cui la Santa Maria è sicuramente la protagonista; uva dolce non stucchevole, coltivata in un terreno sabbioso derivante dalla presenza del mare ritiratosi milioni di anni fa, e dalla presenza di calcare, con inclusioni di fossili marini.
Il padre Enzo tramandò gli insegnamenti ai figli, tra cui l’antica tecnica dedicata all’appassimento delle uve; trascorsero gli anni e grazie all’aiuto del fratello Luigi, oggi scomparso, l’azienda si ampliò, fu una delle fondatrice della DOC di Vigoleno e sostenitrice del mantenimento di un disciplinare restrittivo di sole uve locali.
Tre ettari e mezzo a vigneto di proprietà, dislocati in più parcelle nel comune di Vigoleno e Bacedasco, di cui 1.5 ettari atti alla produzione del dolce nettare, in particolare di uva Santa Maria che compone circa il 60% del vin santo dell’azienda, di cui una vigna di 70 anni funge da madre per la selezione massale (si scelgono i soggetti con le caratteristiche migliori all’interno di un vigneto, si controllano prima della vendemmia le viti e gli eventuali attacchi di parassiti o virosi e si prelevano nel periodo della potatura invernale le marze – parte della vite che porterà foglie e frutti- adatte per l’innesto sulla talea americana) dell’azienda ed anche per altri produttori, in quanto non esiste un vivaista che produce le barbatelle di questi rari vitigni; questo è anche uno dei motivi che ha portato progressivamente all’abbandono della produzione del Vin Santo di Vigoleno
EMOZIONE: DENSO E SPEZIATO
Degustazione: presso l’azienda 05/08/2019 con la proprietaria
I vini Bisson nascono agli albori del 1978 quando Pierluigi Lugano, maestro d’arte e sommelier affermato, conscio delle potenzialità che intuiva esser nascoste negli aspri vini dei contadini liguri, decide di tentare “l’avventura” di valorizzazione delle uve della Riviera Ligure del Levante.
Inizia ad acquistare piccole partite d’uva dai contadini sparsi sul territorio ed a vinificarle nella propria cantina portando avanti, con tecniche moderne di vinificazione, numerosi esperimenti per capire come trattare le uve locali.
Gli ottimi risultati ottenuti, hanno permesso di far “rivivere” quei vini liguri autoctoni che ormai erano praticamente scomparsi, come per esempio la“Bianchetta Genovese” ed il “Ciliegiolo” e di creare nuove intuizioni come il “Musaico”, vino rosso di spiccata personalità.
Dopo alcuni anni passati a vinificare uve acquistate, consci del fatto che il vino nasce “in vigna”, si decide di impiantare Vigneti in proprio, al fine di realizzare un pieno controllo del processo qualitativo dei propri vini.
La coltivazione a “rigorosa limitazione di Fitofarmaci” è l’ultima sfida che si sta portando avanti, con estrema convinzione, nei propri vigneti a garanzia di qualità e genuinità.
Tra i vitigni autoctoni l’azienda produce anche il vino Cimixà in purezza proveniente dall’omonimo vitigno.
Presso i viticoltori dell’entroterra Ligure il vitigno è conosciuto come “Scimiscià”, “Scimixà”, “Simixà”, “Cimicià”, “Cemixiaro”, “Cimixiaro”, “Cimixà” o Cimiciato. Il nome sembra derivare dalle punteggiature presenti sull’acino, che ricordano le punture di nutrizione della cimice, in dialetto detta “Cimicia”. Infatti è frequente verificare la presenza di alcune specie di Rincoti, (Hemiptera, fam. Pentatomide, sp. Nezara viridula L., Palomena prasina L.) all’interno dei grappoli di Scimiscià. Con la forma lessicale Cimiciattolo e Cimicitola, il vitigno è segnalato in Toscana (1909, Viala Vermorel vol VII) e ancora così era menzionato da Trinci nel 1763. Il nome risulta conosciuto in diverse regioni dell’Italia centro-settentrionale, dove assume forme differenti: Cimesara nelle zone di Bassano e Marostica in Provincia di Vicenza (1825, Acerbi), Cimicia nell’Anconetano (1929, Sporti), Cimmici nel Maceratese (1929, Camilli), Sinzéra nel Vogherese in Provincia di Pavia (1976, Maragliano). (tratto dal Registro Nazionale delle Varietà di vite).
degustazione privata del 25/05/2020
EMOZIONE: INTRIGANTE NEL SUO ESSERE PRIMITIVO