Andare in Friuli, percorrere le strade con il navigatore impostato con i nomi e le vie delle aziende vitivinicole, rappresenta la visione di un territorio che rimarrà impresso nella memoria di un sommelier, di un wine lover, od di un professionista, per tutta la vita. Ho sempre pensato che il Friuli Venezia Giulia, terra di confine, la Bora di Trieste, i vini vinificati con le anfore o con i metodi delle lunghe macerazioni, avessero un’anima dura nel porsi verso le persone incuriosite dal sapere; il mio viaggio in questo mondo sarà uno dei più belli della mia vita.
In questo articolo, non scriverò di un’ azienda vitivinicola, ma di una famiglia che ha dato valore al territorio attraverso l’arte della distillazione.
Il navigatore è impostato in direzione Ronchi di Percoto, in provincia di Udine, presso la Nonino, famiglia di distillatori artigianali dal 1897. Mi riceve la solare e carismatica Cristina, quinta generazione, una delle tre figlie di Benito e Giannola.
Rivoluzionari nella produzione della grappa, la familia Nonino ha saputo dare un valore alla distillazione artigianale attraverso l’uso di alambicchi discontinui a vapore, riuscendo a cambiare il modo di interpretare il distillato, non solo per scaldare gli animi dei contadini del nord Italia, ma anche per soddisfare l’estimatore più esigente, attraverso l’impegno e la ricerca, ed ottenendo la Grappa, a mio avviso con la G maiuscola.
“ Matti d’amore per la grappa” è la frase con cui Cristina inizia a raccontare la storia di famiglia iniziata nel 1897 con Orazio, un “Sotan”, un semplice contadino che lavorava la terra per i proprietari terrieri. Aveva intuito le potenzialità delle vinacce, ricche di zuccheri, che attraverso la fermentazione si poteva ottenere una grande grappa, dagli aromi e sentori unici, ben diversa da quella che all’epoca nelle “Tre Venezie” veniva prodotta “illegalmente” nei casali isolati, ed utilizzata per uso familiare…..e non.
a data storica è il 1 Dicembre 1973, quando Benito e Giannola cambiano lo stile di produrre la grappa , non più con l’assemblaggio di uve rosse e bianche ma con la distillazione di uve monovitigno. Nasce così la prima grappa con uve Picolit, dal prestigioso me raro vitigno autoctono.
La degustazione inizia proprio con la Grappa Nonino “Cru Monovitigno Picolit” da uve passite, provenienti dalle barbatelle dei territori più rappresentativi della regione.
La delicata freschezza avvolge il mio palato, che sostenuta da una forza alcolica, mi lascia la bocca pulita e dolce, una dolcezza fruttata di mela cotogna. Un sorso che accompagna un delizioso prosciutto crudo di San Daniele e mostarda di fico.
Successivamente l’omaggio alla grappa della tradizione: Grappa Nonino “Vendemmia bianca”, vinacce fresche di cuvée provenienti da uve monovitigno di Chardonnay, Pinot bianco, Malvasia vinificate separatamente. Elegante nel corpo e nella lunghezza del sorso, abbinata ad un semplice seme oleaginoso di origine siciliana, la mandorla dolce.
La degustazione si conclude con la Grappa Nonino Monovitigno “Il Moscato”, ottenuta da uve Moscato giallo del trentino e del Piemonte. Profumi inebrianti di rose gialle, erbe aromatiche come la salvia, che si ritrovano al sorso lungo e morbido. Abbinata al cioccolato fondente 70%, rappresenta un vortice di emozioni vellutate.
E’ arrivata l’ora di pranzare. Ci accomodiamo attorno ad un grande tavolo, in cui i vassoi di finger food sembrano non terminare mai, per lunghezza ed abbondanza.
La famiglia Nonino, grazie all’Amore e la passione, si è sempre impegnata nelle ricerche e nella conoscenza delle esigenze del mercato. Grazie alla comunicazione ed al carisma della signora Giannola, diventata Cavaliere del Lavoro, la distilleria si è distinta nel tempo, aggiungendo valore con ogni generazione che si è susseguita.
Oggi Cristina e le sorelle Antonella ed Elisabetta promuovono i distillati anche mediante la creazione di una linea di spirits da abbinare agli aperitivi, ai cocktail, ed ai più moderni long, medium e short drink (sempre rientranti nella grande famiglia dei cocktail).
E così il pranzo inizia con un “brindino”,come lo chiamano qui, di benvenuto per rinfrescare il palato l’ “Aperitivo Nonino Botanical Drink”, un’infuso di 16 erbe botaniche a base di acquadivite d’uva ÙE Nonino Monovitigno Fragolino, 21 gradi alcolici per un gusto completamente vegan friendly.
L’aperitivo prosegue con l’ “APERITIVO NONINO Giannola Style” composto da 5 cl di Amaro Nonino Quintessentia®, 1,5 cl di spumante, cubetti di ghiaccio o ghiaccio tritato e l’immancabile fetta di arancia bionda.
Ultimo benvenuto, ma a dir poco unico, il long drink “ Nonino Sour”, composto da 5 cl Grappa NONINO 41° o Grappa Nonino Vendemmia, 5 cl succo di limone (spremuto al momento), 4 cl zucchero di canna liquido, qualche goccia di albume d’uovo (d’obbligo nei Sour), ghiaccio a cubetti, il tutto guarnito da una fetta di limone o in alternativa anche da lime o frutta di stagione.
Tutti i vari brindisi, aperitivi e long drink venivano accompagnati da prelibati stuzzichini a base di polpettine di carne, baccalà, acciughe fritte, zucchine e melanzane in pastella, ove il commensale si divertiva ad abbinarli ai vari drink a base di spiriti Nonino.
Il Friuli Venezia Giulia, la ricorderò come terra di grandi vini originati da antichi vitigni, provenienti da terre ricche di personalità, ricche di storia e ricche di persone che mettono la passione e l ‘Amore per quello che fanno……e il palato ringrazia !
Per L’INDOVINO
Maura Gigatti