
Le Vigne di Roberto: Faraja 2018
Aspetti positivi
Aspetti negativi
Roberto Benazzoli è nato a Sandrigo (Vicenza). I nonni paterni coltivavano la vite e gestivano un’osteria nella piana di Rovereto, da dove il padre è partito alla volta del Veneto. Dopo gli studi Roberto entra nella forza vendite di Olivetti, quindi avvia una propria azienda nel campo del software diventando ben presto leader nel proprio […]
Roberto Benazzoli è nato a Sandrigo (Vicenza). I nonni paterni coltivavano la vite e gestivano un’osteria nella piana di Rovereto, da dove il padre è partito alla volta del Veneto. Dopo gli studi Roberto entra nella forza vendite di Olivetti, quindi avvia una propria azienda nel campo del software diventando ben presto leader nel proprio settore. Del 2006 la decisione di cedere l’azienda e di ritornare alla terra. Poco dopo acquista infatti un podere a San Giorgio di Perlena che battezza “le Vigne di Roberto” nel quale mette a dimora i primi due ettari di vigneto. Da giovane Roberto era soprannominato dagli amici conejo (coniglio). Agile e sempre in movimento, come il simpatico roditore. Ed ecco comparire nell’insegna, accanto al suo nome, le orecchie del coniglietto.
Oggi Roberto Benazzoli vuole contribuire concretamente a riqualificare la zona di Breganze in chiave moderna: Le sue Vigne di Roberto esplora e valorizza Breganze quale grande terroir da bollicine.
Le Vigne di Roberto si trovano nel cuore dell’area DOC Breganze. Zona vitivinicola tra le più rinomate in Italia, riconosciuta quale Denominazione di Origine Controllata già nel 1968. Si estende dal fiume Astico al Brenta ai piedi dell’Altipiano di Asiago. Un territorio caratterizzato da suoli vulcanici nelle fasce collinari e strati alluvionali nelle parti pianeggianti. Terreni ideali per la coltivazione della vite che trova, grazie alle montagne a nord, riparo dalle correnti più fredde durante l’inverno e ventilazione in estate. Un microclima che consente di ottenere risultati lusinghieri anche con varietà di uve assai difficili da coltivare come il Pinot Nero.
Ben 13 sono infatti le varietà coltivate a Breganze e iscritte alla DOC. Tra queste un posto di tutto rispetto spetta all’uva Vespaiola. Una varietà autoctona, coltivata unicamente su questo territorio. La sua pianta è rustica e ben si adatta sia nelle annate siccitose che a quelle piovose. Gli acini dolci e dalla buccia sottile attirano le attenzioni di vespe e api (da cui il nome Vespaiola). Ma le uve al contempo sono caratterizzate da una spiccata acidità: questo rende la Vespaiola un’uva assolutamente versatile. Adatta a produrre vini spumanti freschi e fruttati, vini bianchi per accompagnare piatti gustosi (celebre l’abbinamento con il Bacalà) oppure dopo un lento appassimento la Vespaiola regala il celebre Torcolato.
Il vino è incontro. È il piacere di un bicchiere tra amici e la magia di un brindisi in due. Il vino è gioia dell’anima. La terra è qualcosa che hai dentro. È la fatica dei nonni e dei padri. Una voce che grida e che non puoi ignorare. Dopo una vita da imprenditore, ho deciso di dare ascolto a questa voce: tornare al mestiere dei miei antenati. Ho deciso di piantare una vigna che porti il mio nome e produrre un vino che mi assomigli. Un vino schietto e spensierato, ma legato a questa terra. Esattamente come me. Questo è il mio vino. E ci metto la firma. (Roberto Benazzoli)
EMOZIONE: ROTONDO ARMONICO FRESCO
Degustazione: Bassano Wine Festival del 08-12-2019