
Bisson: Cimixà L’Antico 2017 DOC Portofino (vitigno autoctono)
Aspetti positivi
Aspetti negativi
I vini Bisson nascono agli albori del 1978 quando Pierluigi Lugano, maestro d’arte e sommelier affermato, conscio delle potenzialità che intuiva esser nascoste negli aspri vini dei contadini liguri, decide di tentare “l’avventura” di valorizzazione delle uve della Riviera Ligure del Levante. Inizia ad acquistare piccole partite d’uva dai contadini sparsi sul territorio ed a […]
I vini Bisson nascono agli albori del 1978 quando Pierluigi Lugano, maestro d’arte e sommelier affermato, conscio delle potenzialità che intuiva esser nascoste negli aspri vini dei contadini liguri, decide di tentare “l’avventura” di valorizzazione delle uve della Riviera Ligure del Levante.
Inizia ad acquistare piccole partite d’uva dai contadini sparsi sul territorio ed a vinificarle nella propria cantina portando avanti, con tecniche moderne di vinificazione, numerosi esperimenti per capire come trattare le uve locali.
Gli ottimi risultati ottenuti, hanno permesso di far “rivivere” quei vini liguri autoctoni che ormai erano praticamente scomparsi, come per esempio la“Bianchetta Genovese” ed il “Ciliegiolo” e di creare nuove intuizioni come il “Musaico”, vino rosso di spiccata personalità.
Dopo alcuni anni passati a vinificare uve acquistate, consci del fatto che il vino nasce “in vigna”, si decide di impiantare Vigneti in proprio, al fine di realizzare un pieno controllo del processo qualitativo dei propri vini.
La coltivazione a “rigorosa limitazione di Fitofarmaci” è l’ultima sfida che si sta portando avanti, con estrema convinzione, nei propri vigneti a garanzia di qualità e genuinità.
Tra i vitigni autoctoni l’azienda produce anche il vino Cimixà in purezza proveniente dall’omonimo vitigno.
Presso i viticoltori dell’entroterra Ligure il vitigno è conosciuto come “Scimiscià”, “Scimixà”, “Simixà”, “Cimicià”, “Cemixiaro”, “Cimixiaro”, “Cimixà” o Cimiciato. Il nome sembra derivare dalle punteggiature presenti sull’acino, che ricordano le punture di nutrizione della cimice, in dialetto detta “Cimicia”. Infatti è frequente verificare la presenza di alcune specie di Rincoti, (Hemiptera, fam. Pentatomide, sp. Nezara viridula L., Palomena prasina L.) all’interno dei grappoli di Scimiscià. Con la forma lessicale Cimiciattolo e Cimicitola, il vitigno è segnalato in Toscana (1909, Viala Vermorel vol VII) e ancora così era menzionato da Trinci nel 1763. Il nome risulta conosciuto in diverse regioni dell’Italia centro-settentrionale, dove assume forme differenti: Cimesara nelle zone di Bassano e Marostica in Provincia di Vicenza (1825, Acerbi), Cimicia nell’Anconetano (1929, Sporti), Cimmici nel Maceratese (1929, Camilli), Sinzéra nel Vogherese in Provincia di Pavia (1976, Maragliano). (tratto dal Registro Nazionale delle Varietà di vite).
degustazione privata del 25/05/2020
EMOZIONE: INTRIGANTE NEL SUO ESSERE PRIMITIVO